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Larissa Georgievna Stepanova: un’italianista a Pietroburgo Versione stampabile

ANELIdI, Italianistica, Promemoria

Un anno fa moriva a San Pietroburgo l’italianista russa Larissa Georgievna Stepanova. Abbiamo chiesto al prof. Stefano Garzonio di ricordarla.

Larissa Stepanova, stimatissima italianista e traduttrice, è ben nota in Italia per i suoi contributi scientifici e l’assidua opera di diffusione della nostra cultura letteraria e linguistica in Russia.

Dottore in italianistica presso l’Istituto di Studi Linguistici dell’Accademia delle Scienze Russa di San Pietroburgo, Larissa Stepanova, è autrice di importanti lavori sulla storia della lingua italiana, sulla terminologia linguistica dantesca e la sua fortuna nel Rinascimento, su Bembo editore e commentatore di Petrarca, sul trattato di Vincenzio Borghini Se la diversità della lingua greca è la medesma come la italiana. Di grande rilievo il volume Il pensiero linguistico italiano dei secoli XIV-XVI: da Dante al tardo Rinascimento (San Pietroburgo 2000), che ha avuto vasta eco nell’ambito degli addetti ai lavori.

Nel corso di vari decenni l’italianista pietroburghese ha intrattenuto rapporti di studio con numerose istituzioni universitarie e di ricerca italiane, tra cui l’Accademia della Crusca, e ha collaborato con molti studiosi italiani, sia nel campo dell’italianistica, sia nell’ambito degli studi comparati russo-italiani, come mostrano i suoi saggi, spesso legati alla fruttuosa sinergia con il marito, Georgij Levinton, noto specialista di folclore e poesia russa del Novecento. In questa prospettiva è da sottolineare la disamina della lettura di Dante offerta da Osip Mandel’štam nella celebre Conversazione su Dante.

Assai consistente anche la pluriennale attività di ricerca della Stepanova negli archivi russi e italiani (ultimamente l’archivio “Benedetto Croce” di Napoli), come mostra il recentissimo volume Leggere la grammatica: Le postille inedite al trattato di Pietro Bembo “Prose della volgar lingua” (1526, lib. III), uscito a Pietroburgo nel 2005, che ha ottenuto nel 2006 due importanti riconoscimenti internazionali: il premio “Efim Etkind” in Russia e il premio “Ennio Flaiano” in Italia.

Tra le molte traduzioni di scrittori italiani da segnalare la versione di Sostiene Pereira, presentata a Pisa anni addietro con l’intervento dello stesso Antonio Tabucchi. Accanto a tutto ciò mi sia permesso di ricordare, adesso con grande rimpianto, la leggerezza e la profondità intellettuale di Larissa Stepanova, la sua grande acutezza nella lettura linguistica e concettuale del testo letterario, la sua appassionata “militanza” letteraria, che nel corso di decenni ha permesso a molti italiani, addetti ai lavori o semplici amanti delle lettere, di accostarsi alla letteratura russa, specie alla poesia pietroburghese, in una prospettiva pienamente consapevole dello stretto legame spirituale che lega cultura russa a cultura italiana.

Sempre in quest’ottica è importante rammentare che Larissa Stepanova collaborò con Iosif Brodskij all’ideazione dell’Accademia Russa di Roma, istituzione che, sostenuta dal “Joseph Brodsky Memorial Fellowship Fund” , ha permesso dal 1996 a oggi a poeti e artisti russi di trascorrere un fertile periodo di studio e creazione nella città eterna.

Stefano Garzonio

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