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La Letteratura degli italiani dell’Adriatico Orientale
Pubblicato da Sergio Sozi il 31 Luglio 2009 in Italianistica, Letteratura italiana, Libri
Nel mio libro Ginnastica d’epoca fredda ([1] Edizioni Historica, Cesena 2009), ho affrontato uno spazio storico-geografico della nostra Letteratura che probabilmente molti italiani non conoscono adeguatamente: la Letteratura prodotta, fra il secolo XIII e il XX, dagli scrittori italiani d’Istria, Quarnaro e Dalmazia.
Il volume comprende l’eponimo racconto (sempre mio), ambientato nel goriziano sloveno ma riguardante un italiano istriano, e tale racconto di fantasia era seguito da ben due appendici (una mia, quella di cui parliamo, ed una, storica, di [2] Gianclaudio de Angelini), oltre ad una mia nota critica al racconto e ad una postfazione al racconto stesso (a cura di [3] Gianfranco Franchi).
Ho pensato di illustrare ai lettori di Italianisticaonline il contenuto dell’appendice da me scritta, intitolata La Letteratura degli italiani d’Istria, Quarnaro e Dalmazia – un breve sguardo. Vi propongo inoltre una mia ipotesi, che reputo estremamente verosimile, giuntami in cuore mentre esaminavo i testi: la mole di opere (di un certo livello, dico) scritte dai nostri connazionali autoctoni di quelle Regioni è tale da esser confrontabile, forse, solo con la Sicilia, la Toscana o la Lombardia!
L’italiano, in quanto lingua franca o meglio lingua veicolare dell’intero Mare Adriatico, è stato infatti il protagonista anche e forse innanzitutto delle Lettere scaturite, dal Basso Medioevo al Novecento, soprattutto dalle coste, le penisole e le isole che frastagliano le sue sponde d’Oriente, partendo da Muggia fino a giungere quanto meno al ragusano ([4] Ragusa di Dalmazia è il nome italiano corrispondente a quello croato di Dubrovnik: anche in inglese il toponimo resta appunto Ragusa).
Ciò starebbe a dire (vi chiederete ora) che quelle Regioni siano state, per almeno mezzo millennio, essenzialmente delle Regioni italiane uguali alle altre peninsulari – il Piemonte, l’Umbria, la Campania… – almeno per quanto riguardava la maggioranza delle opere letterarie che vi venivano scritte? SÃ, confermo, ma con la non minima differenza che [5] Istria, Quarnaro e Dalmazia, contrariamente alle altre Regioni italiane, hanno anche avuto sempre (a partire dai secc. VI-VII d.C.) una altrettanto stabile e territorialmente diffusa presenza di popolazioni slave (sloveni e croati, diciamo giustamente ora: illirici e/o genericamente schiavi, come si diceva in Italia nel Medioevo).
Insomma, riassumendo l’epoca che va dal XIII a parte del XX secolo, la metà circa di quelle Regioni era italiana: parlava l’italiano, l’istroveneto o il veneziano e/o loro derivazioni e scriveva in volgare o in latino, poco nelle lingue neoslave e qualcosa in dialetto, le cui influenze grafiche e lessicali però spesso si facevano sentire anche sull’italiano. L’altra metà era neoslava: parlava e/o scriveva in dialetti come il ciacavo o lo stocavo e/o scriveva in un croato o in uno sloveno paragonabili al nostro volgare.
Gli italiani vivevano soprattutto lungo le coste, nei centri urbani piú popolosi, mentre i neoslavi nell’entroterra. Gli italiani costituivano la maggioranza dell’aristocrazia e dei proprietari terrieri, dell’alta e media borghesia; i croati e gli sloveni, in genere, invece appartenevano ai ceti medio-bassi: erano agricoltori, pastori, pescatori, artigiani, piccoli commercianti (questo fatte salve delle eccezioni, numerose in alcuni luoghi, come Ragusa).
Si creò dunque, nell’epoca di cui trattiamo, la Grande Spaccatura, dalla quale solo i benestanti e i chierici potevano allegoricamente avere della prole scritta: la spaccatura fra gli alfabetizzati e gli analfabeti. Le fusioni interetniche, invece, parlando di sangue, sono testimoniate sin da epoche remote, nonostante una certa ritrosia dei ceti alti italiani ad accettare unioni con slavi privi di titoli nobiliari o di capitale. Riguardo ai testi scritti della nostra area, va comunque rilevato quanto segue:
Cionondimeno, la Letteratura italiana di quest’area resta sempre saldamente ancorata a dei valori estetico-formali di derivazione classica, guai a non sottolinearlo.
In chiusura, va ricordato qualche particolare a mo’ di didascalia, affinché sia chiaro quanto uniforme alla Letteratura della Penisola Italiana spesso sia stata (e, anche, sia oggi), per altri aspetti, quella scaturita da questa sponda dell’Adriatico: la prima traduzione italiana della Teogonia di Esiodo venne eseguita dal capodistriano [10] Gian Rinaldo Carli; lo scrittore cinquecentesco [11] Girolamo Muzio (nato a Padova ma originario di Capodistria), precettore di Torquato Tasso, fu uno dei sostenitori dell’utilizzo da parte di tutti i letterati italiani del volgare (insieme al piú noto [12] Gian Giorgio Trissino); le accademie capodistriane iniziarono a sorgere nel 1478 (la prima, fondata in quell’anno, fu la Compagnia della Calza).
Piú Italia di cosÅ
Sergio Sozi, critico letterario, narratore e poeta, è nato a Roma nel 1965 e ha vissuto a Spello, Perugia e Capodistria. Attualmente risiede a Lubiana, dove lavora nel campo della cultura, occupandosi di giornalismo culturale, insegnamento della lingua italiana e traduzioni. Collabora con le maggiori case editrici slovene e scrive su giornali e periodici. Prima di Ginnastica d’epoca fredda, ha già pubblicato in volume: Oggetti volanti (poesia, Perugia, Fra.Ra., 2000); Il maniaco e altri racconti (narrativa, Roma, Valter Casini, 2007). Il suo prossimo libro si intitolerà Il menu ed uscirà nell’autunno del 2009 per l’editore romano Castelvecchi.
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Collegamenti esterni citati in questo articolo:
[1] Edizioni Historica: http://www.historicaweb.com/
[2] Gianclaudio de Angelini: http://www.arupinum.it/
[3] Gianfranco Franchi: http://www.lankelot.eu/
[4] Ragusa di Dalmazia: http://it.wikipedia.org/wiki/Ragusa_(Croazia)
[5] Istria, Quarnaro e Dalmazia: http://it.wikipedia.org/wiki/Portale:Venezia_Giulia_e_Dalmazia
[6] Europanto: http://it.wikipedia.org/wiki/Europanto
[7] Bruno Maier: http://it.wikipedia.org/wiki/Bruno_Maier
[8] Giovan Francesco Biondi : http://it.wikipedia.org/wiki/Gian_Francesco_Biondi
[9] Giacomo Scotti: http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/4956/1/44/
[10] Gian Rinaldo Carli: http://it.wikipedia.org/wiki/Gian_Rinaldo_Carli
[11] Girolamo Muzio: http://www.italica.rai.it/rinascimento/parole_chiave/schede/muziogirolamo.htm
[12] Gian Giorgio Trissino: http://it.wikipedia.org/wiki/Gian_Giorgio_Trissino
[13] IstriaNet: http://www.istrianet.org/istria/literature/lit-history.htm
[14] Osservatorio sui Balcani: http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/9651/1/384/
[15] Via delle Belle Donne: http://viadellebelledonne.wordpress.com/2009/07/09/lio-diviso-da-un-confine/
[16] Kultunderground: http://www.kultunderground.org/articoli.asp?art=1376
[17] Liberolibro: http://www.liberolibro.it/intervista-a-sergio-sozi-autore-di-ginnastica-d%E2%80%99epoca-fredda/
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